Se pensate che i divieti e gli obblighi siano cose noiose e tristi leggete un po’ qua sotto.
Sono tutte ordinanze vere emesse da Comuni italiani:
(Le ordinanze sono atti che creano obblighi o divieti e in sostanza impongono ordini)
Il messaggio dei fiori.
Il linguaggio dei fiori è molto diffuso e nell’Ottocento era spesso il modo preferito per esprimere sensazioni impossibili da pronunciare. Oggi quel romanticismo è in parte perduto. E quattro anni fa a Termoli, in provincia di Campobasso, il sindaco ha pensato bene di far rimuovere, con un’ordinanza comunale, tutti i vasi e le fioriere che occupano indebitamente il suolo pubblico. Insomma per rendere più verde e gradevole agli occhi la propria città, bisogna anche pagare.
Cane grosso, padrone grosso.
Una famosa pubblicità metteva in relazione la grandezza di una parete e quella del pennello necessario per dipingerla. A Rota Imagna, in provincia di Bergamo, cambiano i protagonisti, ma non l’importanza delle proporzioni. Così dal 1° giugno con un’ordinanza comunale “è vietata la circolazione di cani senza la presenza di un conduttore di corporatura proporzionata”. Previste multe dai 25 ai 150 euro. Fatevi due conti e, magari, scegliete un barboncino.
In centro solo su due ruote.
Volete andare in centro a Siena, in Zona a traffico limitato, con il vostro scooter? Se ha una cilindrata 50, potete accomodarvi. Prima, però, controllate bene che il vostro veicolo non abbia più di 2 ruote. In caso contrario rischiate una sanzione. Ed è esattamente quello che sta succedendo a molti esercenti del centro. I loro mezzi a 3 e 4 ruote, utilizzati per trasportare le merci, sono ormai off-limits. Quando si dice che il commercio è in crisi.
Il gelato di Cenerentola.
C’è chi ha parlato di “coprifuoco del gelato”. Espressione forse esagerata, ma certamente vietare, nelle strade della movida milanese, la consumazione del rinfrescante alimento dopo la mezzanotte, non è andata giù a nessuno. Così i cittadini hanno protestato con la manifestazione “Occupy gelato”. Il sindaco meneghino, Giuliano Pisapia, ci ha subito ripensato e ha parlato di “un errore di scrittura in una delibera”. Per ora il gelato è salvo.
Il tabù della minigonna.
Ancora oggi la minigonna può creare scandalo. A Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, infatti, nel 2010 una norma del nuovo regolamento di polizia urbana aveva messo al bando il famoso indumento femminile. E anche le scollature generose e i jeans a vita bassa. Con tanto di multe fino a 500 euro. Se il plauso da parte del parroco della cittadina termale è stato immediato, l’allora sindaco, Luigi Bobbio, ha dovuto precisare che voleva solo “ripristinare il decoro urbano per favorire una migliore convivenza civile”.
Il Dna delle feci canine.
Sarà capitato anche a voi di provare disgusto di fronte alle feci dei cani lasciate in bella vista per strada. In molte città palette, guanti e sacchetti non sembrano aver risolto il problema. Così l’anno scorso il sindaco di Capri , Ciro Lembo, ha pensato di contrastare il maleodorante fenomeno in modo radicale. Acquisire il Dna degli animali che fanno parte della anagrafe canina e far analizzare i campioni delle feci abbandonati in strada per risalire ai proprietari. Basterà per renderli più educati?
Stop al ‘bikini’ islamico.
I diritti degli immigrati sono uno degli argomenti di maggiore attualità. Di strada da fare, però, ce n’è ancora. Soprattutto quella che porta a rinfrescarsi con un bel bagno. Era il 2009, infatti, quando il sindaco leghista di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, vietò di indossare in piscine, fiumi e torrenti, il ‘burkini’, il costume intero islamico con copricapo. Si vede che non ha apprezzato l’origine della parola, frutto dell’unione dei termini burqa e bikini.
Attenti a come vi muovete.
Volete godervi un bel giro in centro a Pordenone, tra palazzi porticati gotici e rinascimentali pieni di storia e stile? Fate pure, ma non esagerate negli atteggiamenti. Soprattutto se siete in compagnia. Rischiate una multa fino a 500 euro. Un’ordinanza comunale del 2009, infatti, vieta gli assembramenti di persone nelle vie principali “che assumono atteggiamenti o fanno cose che non consentono la fruizione degli spazi pubblici da parte di altri cittadini”.